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Smart Beach: la tecnologia anche in spiaggia

1 Agosto 2015 Commenta

Smart Beach: il progetto che porterà la tecnologia anche sulla spiaggia. L’idea di tre giovani ingegneri destinata a cambiare le nostre abitudini.

Smart BeachAgosto è il mese delle vacanze per milioni di italiani. Dopo un anno più o meno intenso, quello delle vacanze è un periodo sacro.

I nostri smartphone, fedeli compagni che ci hanno servito durante l’anno ci accompagneranno nei nostri luoghi di villeggiatura e continueranno a tenerci compagnia e fornirci utili servizi.

Non è un mistero che l’utilizzo di smartphone e altri dispositivi tecnologici può creare alcuni disagi, specie quando ci si trova sulla spiaggia, lontani pertanto dalla propria stanza e da una presa della corrente.

Per ovviare a tutti questi disagi tre ingegneri italiani, Daniele Ascani, Cristiano Ascani e Fabio Traini hanno pensato di realizzare un progetto chiamato “Smart Beach“, una spiaggia speciale capace di implementare la tecnologia nella realtà quotidiana dei vacanzieri. La prima innovazione riguarda il personale dello stabilimento balneare, che avrà un notevole risparmio sul personale dato che grazie ad una funzione chiamata “Open the beach” potrà effettuare la programmazione centralizzata disponendo l’apertura automatica degli ombrelloni ad una determinata ora.

“GetEat” è un’altra funzione (una app), questa volta di interesse del bagnante che potrà avere accesso al menù del bar dello stabilimento e ordinare quanto desiderato.

Tra le funzionalità più apprezzate vi è senza dubbio quella chiamata “Charge your smartphone” che consente di ricaricare il proprio smartphone grazie ad una presa USB posta sull’ombrellone, alimentata da un pannello fotovoltaico.

Il progetto avviato dai tre giovani marchigiani, che include già dei prototipi realizzati con un investimento di 15.000 euro, è stato accolto con grande entusiasmo dagli stabilimenti balneari.
Hanno già aderito a “Smart Beach” circa venti strutture dislocate tra Abruzzo, Emilia-Romagna e Marche. L’implementazione su larga scala richiederà tempo, ma potrebbe trattarsi di una realtà non troppo lontana da noi.

 

Scritto da Michele Bellotti

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