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E-Government, il punto della situazione

5 Settembre 2004 Commenta

E’ diverso il rapporto degli italiani con l’e-government: instaurato non piu’ sulla diffidenza ma sull’effettivo interesse verso i servizi in rete offerti dalla P.A. La ricerca statistica di Nielsen Net Ratings ci porta a riflettere sulle fasi salienti di uno dei piani maggiormente ambiziosi del Governo italiano che allo stato attuale sta attraversando la sua fase piu’ delicata.

Il progetto (o piano di azione) di e-government e’ stato originariamente varato dal Consiglio dei Ministri il 22 giugno 2000 su iniziativa del Ministro della Funzione Pubblica, Franco Bassanini. Tale progetto ha come suo obiettivo fondamentale quello di garantire ai cittadini l’accesso on-line a tutti i servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni nell’ottica di quella che dovrebbe essere la nuova frontiera di Internet.
Protagoniste dell’innovazione devono essere le amministrazioni locali, che nel modello decentrato e federale dello Stato rappresenteranno il front-office dell’intero sistema amministrativo a disposizione diretta dei cittadini, mentre le amministrazioni centrali svolgeranno per lo piu’ il ruolo di back-office.
L’idea di fondo e’ quella della realizzazione di un grande processo di innovazione tecnologica che coinvolga tutto il sistema pubblico italiano mettendolo cosi’ sullo stesso piano rispetto a quello di altri paesi piu’ progrediti nelle nuove tecnologie della comunicazione. Ma per realizzare un simile processo c’e’ bisogno di una serie di condizioni che rendano possibile l’integrazione fra le diverse attivita’ e funzioni delle varie pubbliche amministrazioni e la loro fruibilita’ da parte dei cittadini.
Il governo ritiene indispensabili tre strumenti per la realizzazione del piano: una rete nazionale extranet che colleghi fra loro tutte le reti centrali, regionali, locali e di categoria esistenti nel paese, in modo da consentire da qualunque punto di accedere alle informazioni possedute in tutti gli altri settori; la diffusione della carta d’identita’ elettronica, che entro un anno dovrebbe raggiungere circa un milione di persone, per consentire ai titolari di accedere a tutti i possibili servizi della pubblica amministrazione on-line; il pieno funzionamento della firma digitale e/o elettronica, che dovra’ dare validita’ giuridica a tutti quei rapporti fra pubblica amministrazione e cittadini che lo richiedano.
Appare evidente, quindi, che per realizzare gli obiettivi del cd. “governo elettronico” e’ necessario che si completi quel processo gia’ in atto presso la P.A. che tende ad ottenere una maggiore efficacia, efficienza, trasparenza e semplicita’ dell’azione amministrativa grazie all’interazione di un insieme di requisiti infrastrutturali che a livello progettuale non sono riconducibili a una singola amministrazione ma al sistema di relazioni che intercorrono fra le stesse e sono al servizio del cittadino.
Tali necessita’ infrastrutturali sono: tutte le pubbliche amministrazioni devono essere in condizione di accettare forme di pagamento in rete anche tramite intermediari (carte di credito, bonifici telematici, ecc.); ogni pubblica amministrazione deve avere il diritto di chiedere e ottenere, per via telematica e a costo marginale, qualunque informazione posseduta da un’altra pubblica amministrazione; lo scambio di informazioni e di atti fra pubbliche amministrazioni deve avvenire solo per via telematica.

L’avvio della Rete Unitaria ed in particolare dell’interoperabilita’ (ancora in uno stadio iniziale) e di quei progetti intersettoriali trainanti per i cittadini quali, ad esempio, i sistemi relativi all’area del Territorio, il sistema delle Anagrafi, il sistema del protocollo informatico e di gestione dei documenti, consentira’ di integrare in un unico sportello, virtuale o reale, i servizi erogati da Amministrazioni diverse.
Ma per ottenere quest’ambizioso risultato e’ necessario che tutte le Amministrazioni, cerchino progressivamente di erogare i propri servizi mediante: lo scambio telematico e diretto di informazioni pubbliche; l’istituzione di canali di comunicazione diretti (siti WEB, posta elettronica, posta tradizionale personalizzata, numeri telefonici per informazioni, ecc.) con una verifica periodica dei livelli di servizio e delle soddisfazioni dei cittadini; la disponibilita’ di interazioni telematiche operative (richieste di certificati, informazioni, dichiarazioni, richieste di informazioni, ecc.) anche basate sull’uso del protocollo informatico e della firma digitale.

E’ opportuno, comunque, sottolineare che una rivoluzione tecnologica di questa portata che comporta una sistematica integrazione tra i flussi informativi e una politica globale della documentazione, dell’informazione e della comunicazione pubblica attende, oltreche’ un profondo mutamento di cultura dell’amministrazione pubblica, una reingegnerizzazione delle procedure amministrative e delle applicazioni informatiche e l’effettiva piena funzionalita’ della Rete Unitaria della pubblica amministrazione.
Successivamente alla redazione del progetto di e-government e’ stato costituito il nuovo Ministero dell’Innovazione e delle Tecnologie che da subito si e’ distinto per un particolare dinamismo nel settore dell’informatizzazione della P.A. Inevitabilmente la costituzione di questo nuovo Ministero ha portato a degli inevitabili contrasti con un’Autorita’ indipendente come l’AIPA e recentemente il Codice in materia di protezione dei dati personali ha previsto all’art. 176 la soppressione dell’AIPA e la contestuale istituzione del CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione) insediato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’attuazione delle politiche del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, con autonomia tecnica, funzionale, amministrativa, contabile e finanziaria e con indipendenza di giudizio.
Tra i piu’ rilevanti provvedimenti del nuovo Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie sicuramente si pone in primo piano la direttiva denominata “Linee guida in materia di digitalizzazione dell’amministrazione”. La Direttiva si rivolge alle Pubbliche Amministrazioni Centrali e rappresenta un elemento operativo della strategia del Governo per rendere l’Italia un paese leader dell’era digitale e individua obiettivi e priorita’ per innovare la Pubblica Amministrazione Centrale favorendo, tra l’altro, l’accesso on line ai servizi pubblici da parte dei cittadini e delle imprese.

Le P.A. Centrali vengono coinvolte nella gestione di una serie di cambiamenti volti a: favorire l’efficienza e economicita’ della gestione migliorando i processi di back office attraverso l’elaborazione di un “approccio standard” per i processi di riorganizzazione; avviare la nuova piattaforma di e-procurement della CONSIP e studio della possibilita’ di realizzare la procurement card per i responsabili dell’ufficio acquisti; gestire la contabilita’ finanziaria ed economica esclusivamente in forma digitale e approvazione dei documenti con la firma elettronica; realizzare il nuovo e digitale Sistema Unitario di Amministrazione e Gestione del Personale; dotare la maggior parte del personale di una postazione informatizzata; sostituire il tesserino personale di ogni dipendente con la carta multiservizio elettronica; valorizzare il patrimonio informativo delle amministrazioni; sviluppare le competenze informatiche dei dipendenti dello Stato; diffondere l’e-learning nella P.A.

Allo stato attuale e’ in corso la 2ª fase del piano di e-government descritta dettagliatamente nel documento “L’e-government nelle Regioni e negli Enti Locali: II fase di attuazione” approvato dalla Conferenza Unificata il 27 novembre 2003, che ha tra i suoi obiettivi fondamentali quello di avviare la sperimentazione di modelli di utilizzo delle ICT per favorire la partecipazione dei cittadini alla determinazione delle scelte pubbliche (e-democracy).
L’attenzione alla soddisfazione dei bisogni dei cittadini e’ alla base del processo di trasformazione e modernizzazione in atto nelle Pubbliche Amministrazioni. Tale obiettivo puo’ essere realizzato favorendo innanzitutto un rapporto di collaborazione e di costante coinvolgimento dei cittadini alle decisioni pubbliche, superando una visione della partecipazione limitata alla sola raccolta delle preferenze e ponendo maggiore enfasi sul ruolo propositivo dei cittadini.

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