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Innovazione Tecnologica In Italia: Non Tutto Brilla

27 Ottobre 2003 Commenta

ROMA. E’ stato presentato recentemente a Roma nel corso della secondaedizione dell’eGovernment Conference uno studio realizzato dalla Idc edenominato “Dall’eGovernment all’eSociety”.Dallo studio e’ emerso che in Italia sono stati fatti importanti passiavanti nell’erogazione di servizi on line da parte della pubblicaamministrazione centrale, anche se molti degli obiettivi di legislatura nonsono stati finora raggiunti.Secondo i risultati della ricerca Idc, la valutazione sulla prima fase dell’eGovernment e’ positiva. In molti casi saranno raggiunti, almeno a grandilinee, i 10 obiettivi che il governo aveva indicato come prioritari daconseguire entro l’attuale legislatura. Alla base di questi progressi vi e’un miglioramento graduale dell’infrastruttura informatica e diconnettivita’, sia nella P.A. centrale, sia in quella locale, con unamaggiore presenza di Pc, un aumento delle postazioni di lavoro connesse inrete e una crescita dei Pc connessi a Internet.Ma vi sono anche punti critici. Difatti tra gli obiettivi che non sono statiraggiunti si evidenzia il problema della formazione degli addetti della P.A.(la percentuale di coloro che hanno conseguito la certificazione europeaEcdl e’ minima); il problema della gestione dei documenti, dal momento cheuna percentuale molto bassa di questi e’ protocollata in formatoelettronico; sono assenti strumenti in grado di misurare la customersatisfaction.Secondo lo studio Idc appare evidente, quindi, che debbano essere compiutiancora molti sforzi per raggiungere gli obiettivi di eGovernment fissati dalgoverno.All’incontro hanno preso parte i principali analisti Idc ed e’ intervenutoil Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca.E proprio il Ministro Stanca nel corso del suo intervento ha cercato difornire nuovi stimoli per lo sviluppo dell’innovazione al fine di superarele difficolta’ incontrate nel corso della prima fase di eGovernment.Il Ministro ha sostenuto che l’innovazione tecnologica e’ una priorita’nazionale. Senza di essa l’Italia rischia di rimanere “intrappolata” nella”tenaglia competitiva”, compressa tra la competizione sui costi e sulleproduzioni tradizionali dei Paesi emergenti, da un lato, e quella sulcontenuto tecnologico dei Paesi avanzati, dall’altro. Ha inoltre aggiuntoche una politica di sostegno dell’innovazione non puo’ limitarsi allaricerca. Anche la Commissione Europea, con una comunicazione, hariconosciuto che Ricerca & Sviluppo sono fattore essenziale per la crescitaa lungo termine, ma di per se’ non sono sufficienti e, quindi, vannosostenute altre forme di innovazione, specie di processo, come gli aspettioperativi, gestionali, di marketing, di design e di distribuzione fino allalogistica, che si realizzano con le tecnologie digitali. Le tecnologiedell’informazione e della comunicazione, l’ICT, sono inoltre fondamentalinei servizi in quanto essi, per loro natura, hanno un alto contenutoinformativo.Il vero problema e’ che nonostante importanti iniziative di caratterenormativo, politico ed economico l’innovazione rimane al palo permotivazioni apparentemente superficiali ma che in realta’ risultanodecisive. Purtroppo non e’ stata ancora superata nel nostro paese quellamentalita’ fortemente burocratica che contraddistingue ormai da tempo lapubblica amministrazione. Riesce davvero difficile a molti dipendentipubblici concepire la c.d. digitalizzazione della P.A. con la gradualescomparsa dei fascicoli cartacei.D’altro canto l’innovazione non si realizza “per editto”, tramite cioe’interventi normativi, ma e’ necessaria la piena consapevolezza da partedegli operatori di cio’ che si sta realizzando che puo’ essere ottenuta coninterventi formativi particolarmente incisivi e con processi direingegnerizzazione che consentano di rivedere in un’ottica diversa e”tecnologica” le varie fasi produttive della P.A.]]>

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Innovazione tecnologica in Italia: Non tutto brilla.

26 Ottobre 2003 Commenta

Importanti passi avanti nell’erogazione di servizi on line da parte della pubblica amministrazione centrale, anche se molti degli obiettivi di legislatura non sono stati finora raggiunti, è quanto emerso a Roma, nel corso della seconda edizione dell’eGovernment Conference, da uno studio realizzato dalla Idc e denominato “Dall’eGovernment all’eSociety”.
Dallo studio e’ emerso che in Italia sono stati fatti importanti passi avanti nell’erogazione di servizi on line da parte della pubblica amministrazione centrale, anche se molti degli obiettivi di legislatura non sono stati finora raggiunti. 
Secondo i risultati della ricerca Idc, la valutazione sulla prima fase dell’eGovernment e’ positiva. In molti casi saranno raggiunti, almeno a grandi linee, i 10 obiettivi che il governo aveva indicato come prioritari da conseguire entro l’attuale legislatura. Alla base di questi progressi vi e’ un miglioramento graduale dell’infrastruttura informatica e di connettivita’, sia nella P.A. centrale, sia in quella locale, con una maggiore presenza di Pc, un aumento delle postazioni di lavoro connesse in rete e una crescita dei Pc connessi a Internet.
Ma vi sono anche punti critici. Difatti tra gli obiettivi che non sono stati raggiunti si evidenzia il problema della formazione degli addetti della P.A. (la percentuale di coloro che hanno conseguito la certificazione europea Ecdl e’ minima); il problema della gestione dei documenti, dal momento che una percentuale molto bassa di questi e’ protocollata in formato elettronico; sono assenti strumenti in grado di misurare la customer satisfaction.
Secondo lo studio Idc appare evidente, quindi, che debbano essere compiuti ancora molti sforzi per raggiungere gli obiettivi di eGovernment fissati dal governo.
All’incontro hanno preso parte i principali analisti Idc ed e’ intervenuto il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca.

E proprio il Ministro Stanca nel corso del suo intervento ha cercato di fornire nuovi stimoli per lo sviluppo dell’innovazione al fine di superare le difficolta’ incontrate nel corso della prima fase di eGovernment.
Il Ministro ha sostenuto che l’innovazione tecnologica e’ una priorita’ nazionale. Senza di essa l’Italia rischia di rimanere “intrappolata” nella “tenaglia competitiva”, compressa tra la competizione sui costi e sulle produzioni tradizionali dei Paesi emergenti, da un lato, e quella sul contenuto tecnologico dei Paesi avanzati, dall’altro. Ha inoltre aggiunto che  una politica di sostegno dell’innovazione non puo’ limitarsi alla ricerca.

Anche la Commissione Europea, con una comunicazione, ha riconosciuto che Ricerca & Sviluppo sono fattore essenziale per la crescita a lungo termine, ma di per se’ non sono sufficienti e, quindi, vanno sostenute altre forme di innovazione, specie di processo, come gli aspetti operativi, gestionali, di marketing, di design e di distribuzione fino alla logistica, che si realizzano con le tecnologie digitali. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, l’ICT, sono inoltre fondamentali nei servizi in quanto essi, per loro natura, hanno un alto contenuto informativo.
Citando dati della Banca d’Italia, Stanca ha ricordato che da un punto di vista strettamente economico per ogni euro in piu’ investito in ICT si registra una crescita del prodotto pari a circa 1,8 euro; mentre nel caso di investimenti in capitale non ICT la crescita e’ di 1,1 euro. A questo si aggiunga che investire in ICT comporta anche un aumento in termini di attrattivita’, in quanto per ogni euro speso in ricerca ed innovazione si registra un aumento degli investimenti diretti esteri pari a 4 euro, un dato che appare particolarmente significativo se letto nell’ottica del processo di globalizzazione in atto, che sta interessando l’economia internazionale.
Proprio nell’ottica di potenziare le politiche per lo sviluppo della Societa’ dell’Informazione, il Ministro ha ottenuto l’approvazione da parte del CIPE di un programma aggiuntivo per il Mezzogiorno di 226 milioni di euro, di cui oltre 10 milioni di euro per i Distretti Digitali nel Sud. In particolare per la regione Campania sono previsti interventi orientati al settore tessile e dell’abbigliamento per creare sinergie con gli interventi previsti dal Piano Regionale di Sviluppo, con finanziamenti disponibili gia’ a partire dai primi mesi del prossimo anno.
Per il Sud, ha proseguito il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, ci sono pure interventi infrastrutturali con specifiche iniziative per favorire una equilibrata diffusione della larga banda (l'”autostrada digitale”) con circa 300 milioni di euro nel triennio 2004/2006 per i relativi servizi e infrastrutture.

Il vero problema e’ che nonostante queste importanti iniziative di carattere normativo, politico ed economico l’innovazione rimane al palo per motivazioni apparentemente superficiali ma che in realta’ risultano decisive.
Purtroppo non e’ stata ancora superata nel nostro paese quella mentalita’ fortemente burocratica che contraddistingue ormai da tempo la pubblica amministrazione. Riesce davvero difficile a molti dipendenti pubblici concepire la c.d. digitalizzazione della P.A. con la graduale scomparsa dei fascicoli cartacei.

Si pensi ad esempio al protocollo informatico uno dei punti maggiormente critici del processo di innovazione della P.A.
La legge sulla trasparenza amministrativa (Legge 241/90) unita alla validita’ giuridica del documento elettronico sancita dalla Legge 59/1997 ha dato la spinta alla rivoluzione digitale nella P.A. che si e’ concretizzata con l’emanazione delle norme relative alla firma digitale (DPR 513/97) e al protocollo informatico (DPR 428/98). Tali norme sono state successivamente inserite nel Testo Unico sulla documentazione amministrativa (DPR 445/2000) che puo’ sicuramente considerarsi la normativa fondamentale di riferimento in materia di protocollo informatico.
Il DPR 445/2000 ha previsto dagli artt. 50 fino a 57 del capo IV, sezione I la realizzazione da parte delle Pubbliche Amministrazioni di sistemi di protocollo informatico attraverso l’inserimento nei relativi piani di sviluppo di specifici progetti realizzativi, la predisposizione di progetti esecutivi di sostituzione dei sistemi di protocollo cartaceo con sistemi di protocollo informatico nonche’ entro il 1° gennaio 2004 la realizzazione e la revisione di sistemi informativi automatizzati.
Purtroppo fino ad adesso, e siamo ormai a due mesi dal termine stabilito, la situazione e’ fortemente critica in quanto alla base del protocollo informatico dovrebbe essere concepita la realizzazione di una gestione completamente automatizzata dei flussi documentali con la conseguente attuazione di profonde innovazioni nelle modalita’ di lavoro delle unita’ organizzative: una vera chimera per molti uffici pubblici ancora legati a filo doppio al mondo cartaceo.

Lo stesso Ministro Stanca consapevole che dal primo gennaio 2004 (e quindi entro un termine relativamente breve) la gestione e l’archiviazione di tutti i documenti della P.A. dovrebbe avvenire in via elettronica, ha cercato con delle direttive di dare utili suggerimenti al fine di consentire un’agevole trasformazione delle pratiche presentate agli uffici pubblici in documenti digitali, permettendo la trasmissione e la gestione interna della pratica per via telematica ed eliminando il trasferimento fisico del fascicolo cartaceo.
Ma e’ evidente che l’innovazione non si realizza “per editto”, tramite cioe’ interventi normativi, ma e’ necessaria la piena consapevolezza da parte degli operatori di cio’ che si sta realizzando che puo’ essere ottenuta con interventi formativi particolarmente incisivi e con processi di reingegnerizzazione che consentano di rivedere in un’ottica diversa e “tecnologica” le varie fasi produttive della P.A.

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