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INTERNET: Vent’anni di sorrisi telematici

29 Settembre 2002 Commenta

Come sarebbe grigia la comunicazione telematica senza la possibilita’ di esprimere brevi sentimenti di scherzo, gioia o stupore, attraverso simboli convenzionali. Sono ormai numerose le faccine stilizzate che quotidianamente si utilizzano in chat o in posta elettronica, ma la piu’ “antica” sicuramente e’ “:-)”. Ebbene, in questi giorni si festeggia il ventesimo anniversario di vita di questo simbolo, creato dal ricercatore Scott Fahlman.


Washington, USA – Ci siamo mai domandati quando e’ iniziata la pratica di usare le faccine stilizzate, quali :-), ;-), ecc.? Simboli che ormai (con l’esplosione del Web) sono diventati necessari per completare frasi scritte (in posta elettronica o in IRC) e per rendere piu’ diretto all’interlocutore il nostro pensiero.
Il creatore della prima faccina telematica e’ stato Scott Fahlman, venti anni fa. Il 19 settembre 1982, infatti, Fahlman ha digitato in un messaggio on line il simbolo composto da due punti, un trattino e una parentesi di chiusura. Da quel momento, la comunicazione telematica ha accettato e fatto proprio questo segno, tanto e’ che se ne sono concepiti degli altri, ma sempre partendo dalla base e dall’intuizione di “:-)”.
L’ideatore della faccina telematica ha rinunciato a esercitare i propri diritti patrimoniali, pur non avendoli ceduti ad alcuno (e ben avrebbe potuto fare, in forza delle leggi sul copyright).
Egli ha affermato, infatti, che se avesse fatto pagare anche solo un nichelino a ogni utente che l’avesse voluta utilizzare, nessuno l’avrebbe usata. “E’ il mio piccolo regalo al mondo”. Dunque, vogliamo ricordare – pur senza celebrazioni festose – la grande intuizione di questo ricercatore della IBM, il quale dev’essere annoverato fra tutti coloro che hanno contribuito – con piccole invenzioni – all’affermazione di Internet quale mezzo comunicativo per eccellenza.


Le faccine telematiche che sono utilizzate oggi per la comunicazione in rete sono denominate “emoticons” (contrazione delle parole emotion e icons), ovvero piccoli disegni che esprimono – a modo loro – sentimenti.
Le emoticons, fra cui anche quella creata da Fahlman, oggi sono state inglobate da numerosi programmi gratuiti di messaggistica istantanea, come, per esempio, quelli di Yahoo!, MicroSoft e America OnLine. Nessuna licenza, pero’ e’ stata concessa a queste societa’ per utilizzarle e, a maggior ragione, nessun compenso e’ stato mai pagato a Fahlman per lo sfruttamento della propria ideazione.

Come accennato sopra, il ricercatore della IBM non ha mai voluto chiedere alcun pagamento per l’utilizzo di “:-)”, ma egli conserva comunque quello che nel nostro sistema di diritto d’autore e’ denominato “diritto morale dell’autore”. Egli puo’ rivendicare la paternita’ dell’opera e opporsi a qualsiasi deformazione o modificazione dell’opera, che possa recare pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione (art. 21 l. 633/41).

Sempre facendo riferimento alla normativa italiana, verrebbe da chiedersi se la sequenza dei due punti, trattino e parentesi possa essere qualificata come “opera dell’ingegno”. Sarebbe difficile, infatti, ritrovare in questo simbolo il requisito necessario della “creativita'”. Secondo quanto precisato dalla giurisprudenza, e’ creativa l’opera che esprima l’individualita’ di chi l’ha creata (seppur in maniera minima – si veda Manuale di diritto dell’informatica e delle nuove tecnologie, Clueb, AA.VV., p. 4).
Appare difficile riuscire a “individuare”, infatti, la mano di un certo autore in una semplice digitazione di simboli su una tastiera. Come le lettere dell’alfabeto non sono opere dell’ingegno, in quanto non esprimono alcuna creativita’, cosi’ non potrebbero esserlo i segni d’interpunzione.

D’altro canto, pero’, la faccina telematica di Fahlman sembrerebbe rientrare negli altri due requisiti dell’opera dell’ingegno. Innanzitutto, essa e’ ascrivibile all’ambito di una delle opere protette dalla legge italiana (fra cui vi e’ il disegno – art. 2575 c.c. e 2 l. 633/41). Inoltre, essa rappresenta un’idea (il sorriso) espressa in una forma “oggettivizzata” (altro requisito della legge sul diritto d’autore), anche se realizzata in una maniera un po’ “singolare”, poiche’ la legge sul diritto d’autore tutela la realizzazione esterna di un concetto, “qualunque ne sia il modo o la forma di espressione” (art. 2575 c.c.).

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