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WordPad, l’addio è sempre più vicino

8 Aprile 2024 Commenta

Ufficializzato l’addio a WordPad. Ecco quando sarà eliminato definitivamente.

Microsoft ha ufficializzato una scelta che farà storcere il naso a molti utenti fedeli: WordPad, uno dei programmi più longevi di Windows, sarà eliminato dal sistema operativo a partire dalla versione 24H2 di Windows 11. Questa mossa, sebbene non del tutto sorprendente considerando il recente abbandono dell’app, ha comunque suscitato una certa nostalgia tra coloro che hanno utilizzato WordPad fin dai tempi di Windows 95.

Secondo le dichiarazioni ufficiali di Microsoft, con l’arrivo di Windows 11 24H2, WordPad e i suoi componenti, inclusi wordpad.exe, write.exe e wordpadfilter.dll, non saranno più presenti nel sistema operativo. Questo significa che gli utenti dovranno dire addio all’iconico editor di testo integrato, rinomato per il supporto al formato RTF (Rich Text Format). Microsoft ha chiarito che questa modifica coinvolgerà tutte le edizioni di Windows a partire dalla versione 24H2 e Windows Server 2025.

Sebbene la scomparsa di WordPad possa risultare un colpo per alcuni utenti affezionati, Microsoft sembra intenzionata a indirizzare gli utenti verso soluzioni più moderne e avanzate. L’azienda suggerisce di passare a Microsoft Word per chi lavora frequentemente con documenti RTF, anche se questo implicherà l’utilizzo di un’app a pagamento. Per i documenti di testo più semplici, come quelli in formato TXT, Microsoft consiglia di utilizzare Blocco note, un editor di testo essenziale che rimarrà disponibile all’interno del sistema operativo.

Questo cambiamento riflette l’evoluzione tecnologica e la costante ricerca di soluzioni più sofisticate. Sebbene WordPad abbia avuto il suo ruolo in passato, il suo pensionamento sembra essere una conseguenza naturale del progresso. Tuttavia, l’assenza di una soluzione nativa e gratuita per la visualizzazione e la modifica dei file RTF potrebbe essere un aspetto da considerare per gli utenti abituati alla comodità di WordPad.

Scritto da Michele Bellotti

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