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Navigazione in incognito, azione di Google

10 Aprile 2024 Commenta

Google Chrome salvava i dati della navigazione in incognito degli utenti. Ecco come agirà.

Google ha raggiunto un accordo per porre fine a una causa collettiva che lo accusava di aver tratto in inganno gli utenti riguardo alla raccolta dei dati durante la navigazione in incognito su Chrome.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la disputa risale al 2020, quando Google è stato accusato di monitorare e raccogliere segretamente i dati di navigazione degli utenti, anche quando utilizzavano la modalità incognito, promettendo una navigazione “privata”. Si sosteneva che Google non avesse comunicato chiaramente che stava raccogliendo informazioni sui siti web visitati dagli utenti, anche in modalità incognito. Gli avvisi della modalità incognito riguardavano solo la raccolta dati da parte dei siti, ma non quella da parte di Google.

In risposta alle preoccupazioni sollevate, Google ha accettato di intraprendere una serie di azioni per affrontare la mancanza di trasparenza e ristabilire la fiducia degli utenti. Innanzitutto, l’azienda ha convenuto di eliminare “miliardi di punti dati” raccolti dagli utenti in modalità incognito. Questi dati includevano informazioni sui siti web visitati, raccolte senza un’adeguata divulgazione agli utenti. Inoltre, Google disabiliterà i cookie di terze parti per impostazione predefinita durante la navigazione in modalità incognito, impedendo il tracciamento delle attività di navigazione degli utenti da parte di inserzionisti o altri soggetti terzi senza il loro consenso esplicito.

Google aveva precedentemente apportato modifiche in risposta alle accuse della class action, come l’aggiornamento del messaggio di avviso durante l’utilizzo della modalità incognito per chiarire che l’azienda raccoglie gli stessi dati sia in modalità incognito sia in quella standard. Anche se l’accordo non prevede risarcimenti per gli utenti di Chrome, offre loro la possibilità di intentare cause individuali contro l’azienda. Questa opzione potrebbe consentire agli utenti di far valere i propri diritti e ottenere un risarcimento per eventuali violazioni della privacy.

Un portavoce di Google ha dichiarato al WSJ che l’azienda non ha obiezioni a eliminare “vecchi dati tecnici” non associati a individui specifici. Ciò suggerisce che Google riconosce la necessità di maggiore responsabilità nella gestione dei dati degli utenti e sta adottando misure per allinearvisi. L’accordo deve essere ancora approvato dal giudice incaricato del caso, ma rappresenta un passo significativo verso una maggiore trasparenza e responsabilità da parte di Google riguardo alle sue politiche sulla raccolta dei dati degli utenti di Chrome.

Scritto da Michele Bellotti

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