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Skype Classic, fine del supporto

30 Gennaio 2019 Commenta

Skype Classic è stato ufficialmente abbandonato da Microsoft. Gli utenti non potranno più utilizzarlo e dovranno aggiornare alla nuova versione.

Skype ClassicLa versione di Skype Classic è stata molto apprezzata dagli utenti. Microsoft ha però disposto l’abbandono di questa versione tanto amata. Un chiaro messaggio evidenzia la necessità di aggiornare alla nuova versione, pena l’impossibilità di utilizzare Skype. Alla fine gli utenti, anche i più affezionati a Skype Classic hanno dovuto piegarsi all’imposizione di Microsoft, provvedendo ad aggiornare ad una delle versioni più recenti. La versione Classic era particolarmente apprezzata dagli utenti tradizionalisti, proprio per la sua grafica pulita e le funzionalità ritenute estremamente efficiente.

L’abbandono di questa versione però non ha sorpreso. Microsoft aveva già da tempo cercato di eliminare la versione classica di Skype. I primi tentativi risalivano già alla scorsa estate. Microsoft si era vista costretta a rimandare la sua decisione dopo le numerose lamentele ricevute dagli utenti che utilizzavano abitualmente Skype Classic. Durante questi mesi però Microsoft non ha modificato la sua idea, mantenendo fede all’intenzione di abbandonare la versione classica di Skype. I mesi di attesa sono serviti per mettere a punto una nuova versione. Ad oggi, la versione 8 di Skype risulta l’unica utilizzabile.

Gli utenti dovranno abituarsi alla nuova versione, dato che a partire dalla fine di gennaio, non sarà più possibile attendere oltre e l’aggiornamento diventerà obbligatorio per poter continuare ad utilizzare il servizio.

Microsoft ha anche fornito alcuni dettagli in più su questa decisione, rispondendo ad una delle tante domande rivolte.

Di tanto in tanto ritiriamo le versioni precedenti di Skype allo scopo di introdurre nuove funzionalità, migliorare quelle esistenti e correggere i bug. Quando ciò accade, non è più possibile usare Skype a meno che non si faccia l’aggiornamento alla versione più recente“.

Scritto da Michele Bellotti

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