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Wi-Fi, Il Neutral Hosting

8 Maggio 2004 Commenta

Milano – E’ difficile far cambiare idea alle persone. Se poi le persone inquestione sono analisti di mercato delle telecomunicazioni, l’impresa e’temeraria. Non si puo’ che ricorrere a questa massima di saggezza perspiegare l’idea comune del mercato dell’accesso pubblico in banda larga aInternet via tecnologia Wi-Fi in Italia. Tutte le nuove tecnologie ditelecomunicazione pubblica hanno seguito nel corso degli ultimi cento anniun modello di diffusione molto simile: una serie di societa’ specializzatesono sorte, si sono dedicate alla costruzione dell’infrastruttura e poihanno iniziato a fare ricavi dalla vendita dell’accesso all’infrastruttura.Hanno seguito questo percorso le comunicazioni fisse, prima telefoniche epoi dati, quelle via satellite, quelle cellulari. Queste ultime, e in partequelle fisse deregolamentate, piu’ tardi nel loro sviluppo hanno vistoemergere la possibilita’ che un gestore sia parzialmente o totalmente privodi una propria infrastruttura e si appoggi a quella di altri. E’ il caso delroaming nelle comunicazioni cellulari. In questi casi, comunque, l’uso diinfrastrutture altrui non e’ un fenomeno di mercato spontaneo ma guidatodalle normative pubbliche di regolamentazione del mercato e di salvaguardiadella concorrenza. Sulla scorta di questa tradizione, si legge in una nota,il mercato del Wi-Fi pubblico e’ stato visto, e in parte lo e’ ancora, inbase allo stesso modello fondamentale, che comprende il roaming (uso diinfrastrutture di altri operatori), gli accordi con i possessori dellelocation dove stanno gli hot spot (visto come simile all’affitto dei terrenidove stanno le base station cellulari) e l’intera catena del valore a montee a valle, come ben descritta nel recente studio dell’Osservatorio Wi-Fi delPolitecnico di Milano (disponibile per il download sul sitowww.hotspotworld.biz): dai WISP Retail a quelli Wholesale, agli aggregatoridi hot-spot. Contando gli hot spot di tutti questi operatori si arriva altotale di circa 800 in tutta Italia allo scorso aprile. Il modellotradizionale del mercato Wi-Fi non fotografa pero’ affatto le tendenzeevolutive in atto a livello mondiale, tendenze che come gia’ avvenuto peril fenomeno Wi-Fi in generale non hanno tardato a manifestarsi anche inItalia. In particolare, non viene colta la sempre maggiore diffusione dellamodalita’ “neutral hosting” per la formazione dal basso delle reti Wi-Fipubbliche. L’iniziativa parte dai gestori di location o di catene dilocation che “cablano” in Wi-Fi per poi stringere accordi con fornitori diaccesso alla Rete cui consentono in modalita’ non esclusiva la vendita diservizi ai frequentatori. Esistono ormai decine di esempi nel mondo. Il piu’eclatante e’ forse quello di McDonald’s, che sta dotando di hot spotmigliaia di suoi ristoranti negli Stati Uniti (3000 entro fine anno), RegnoUnito (4000 entro fine anno), Cina, Singapore, Australia (centinaia diristoranti ognuna). Ma anche la catena di librerie Barnes & Noble che avra’350 punti online entro settembre, sempre con le stesse modalita’. Ol’aeroporto di Minneapolis-St. Paul. Gli esempi potrebbero continuare, maaldila’ dell’enumerazione, la cosa piu’ importante e’ che in linea diprincipio gli accordi non sono esclusivi con un WISP o un altro e che e’ lalocation che prende l’iniziativa con obiettivi di business propri. Ilpossesso delle apparecchiature fisiche dell’hot spot a volte fa capo allalocation in toto, altre e’ in comproprieta’ con uno o piu’ WISP, ma di nuovoe’ la location che guida il gioco. Le location non vogliono evidentementediventare WISP, e infatti i WISP continuano ad entrare nell’equazione, anziprosperano, ma sono sempre piu’ “virtuali”. Alcuni non passano nemmeno dallafase “reale” di possesso delle LAN senza fili, altri stanno pensando diabbandonarle. In questo modello, in teoria nessun WISP potrebbe essereobbligato a possedere un’infrastruttura di hot spot. Inoltre, la tecnologiadi base delle reti WI-Fi consente di avere fino a 32 reti logichecontemporaneamente attive sulla stessa LAN fisica, per cui la gestione inneutral hosting di una location consente la coesistenza di diversi WIPSsullo stesso hot-spot sul piano di parita’. Dal punto di vista dellepotenzialita’ di mercato, l’affermarsi del neutral hosting e’ evidentementeimportantissimo. Il numero potenziale di hot spot non deriva piu’ solo dalbusiness plan di una categoria di operatori come i WISP, che presenta limitidi spese in conto capitale e di capacita’ di “convincimento” dei gestoridelle location, ma dalla convenienza delle location stesse ad essere hotspot (revenue addizionale, aumento dei servizi e dell’appeal). Si passa daun modello di crescita centralizzata oligocentrica a uno di crescitadistribuita dal basso e realmente policentrica: come se le reti cellularifossero state costruite dai proprietari delle case, dei terreni, deicampanili ognuno dei quali avesse realizzato una base station per poiaffittarla ai diversi operatori. Storia alternativa della tecnologia.Eppure, un’ultima sorpresa: negli Stati Uniti i proprietari di grandilocation (un esempio, le Sears Towers di Chicago) stanno “cablando” inwireless gli edifici con infrastrutture neutrali non solo dal punto di vistadegli operatori, ma anche delle tecnologie di trasmissione: Wi-Fi, quindi,ma anche GSM/GPRS e altri cellulari. Il nuovo insegna al vecchio. Tuttiquesti temi, con la presentazione di alcuni esempi italiani di “neutralhosting” e altri ancora, come la sicurezza delle WLAN nel nuovo panoramaoppure le futuribili reti mesh, conclude la nota,verranno trattati nel corsodel Public WLAN Forum 2004 in programma il prossimo 20 maggio presso ilCentro Congressi Milanofiori di Assago, nei pressi di Milano. Maggioriinformazioni sono reperibili sul sito www.publicwlanforum.it, dove e’ anchepossibile pre-registrarsi gratuitamente sino ad esaurimento dei postidisponibili.

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