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TLC: SALUTE; TELEFONINI A BIMBI, POCA INFORMAZIONE SU RISCHI

7 Maggio 2004 Commenta

(ANSA) – ROMA, 7 MAG – L’ Italia ha il primato del Paese con piu’ antenne al mondo e si diffonde sempre piu’ l’abitudine di regalare il cellulare anche ai bambini, senza sapere i rischi per la salute a cui i piu’ piccoli vanno incontro abusando del telefonino. A rilanciare l’allarme e’ il prof.Angelo Gino Levis, gia’ ordinario di Mutagenesi ambientale all’Universita’ di Padova e membro della Commissione tossicologica dell’ Istituto Superiore di Sanita’, che ha partecipato alla conferenza nazionale promossa a Roma dai comitati contro l’elettrosmog e da Ecoland del Lazio sul tema della minimizzazione dei rischi sanitari da esposizione. ”In Italia – ha detto Levis – c’ e’ poca informazione su rischi connessi all’ elettrosmog e la prova e l’abuso che i bambini fanno dei cellulari. I test effettuati i laboratorio dimostrano il danno cerebrale arrecato ai crani piu’ deboli, con il rischio concreto che le cellule invecchino precocemente”. Il prof.Levis ha messo in guardia anche dal pericolo per la salute rappresentato dall’ elettrosmog di ‘nuova generazione’ provocato dai videofonini Umts che hanno frequenze oltre i 2.200 megahertz, di gran lunga superiori – ha sottolineato – ai 450 dei vecchi Tacs e ai 1.800 dei Gsm di ultima generazione. ”Le frequenze dei ripetitori Umts interferiscono con quelle del nostro organismo e sono dannosi per il corpo umano”, ha affermato il docente, secondo il quale esiste un’alternativa meno dannosa che pero’ non viene praticata per una questione di costi. ”I gestori telefonici – ha spiegato – potrebbero usare le microcelle, cioe’ antenne a potenza ridotta, mantenendo lo stesso campo di applicazione, oppure rivolgersi alla rete fissa a fibre ottiche. Ma queste soluzioni implicano costi maggiori e percio’ non vengono attuate”. Se l’ Italia e’ il Paese con piu’ antenne al mondo, ”Roma detiene il primato della citta’ italiana con il maggior numero di stazioni radio base per telefonia mobile”, ha sottolineato il consigliere dei Verdi nel XV Municipio Giuseppe Teodoro fornendo gli ultimi dati disponibili: al 31 dicembre 2003 la Capitale contava gia’ piu’ di 1.100 impianti Tacs, Gsm, Gprs e Umts, oltre ai potenti ripetitori della Rai e a quelli delle tante radio e tv locali, fra cui Radio Vaticana. La battaglia ingaggiata contro il proliferare delle fonti di inquinamento elettromagnetico va avanti anche contro le basse frequenze degli elettrodotti, sulla cui ”probabile nocivita’ – affermano i comitati – la comunita’ scientifica si e’ pronunciata da tempo, invitando le istituzioni ad introdurre misure di cautela per ridurre al minimo l’esposizione della popolazione”. Come? Ispirandosi al ”principio di precauzione”, riconosciuto dalla legge quadro e adottato dalla normativa europea, che porta ”a rovesciare l’ approccio a questa materia, domandandosi non se il danno e’ provato, bensi’ se e’ provata l’ innocuita’ ”. Il coordinamento nazionale dei comitati contro l’ elettrosmog chiede quindi la revisione degli attuali limiti di esposizione, interventi di bonifica delle situazioni di illegalita’ e abusivismo, veri e propri Piani regolatori degli impianti di telecomunicazione e pianificazione dei nuovi impianti con la partecipazione dei cittadini. ”La politica – ha accusato il parlamentare dei Verdi Paolo Cento – e’ sottomessa allo strapotere delle aziende radiotelevisive, della telefonia mobile, dell’Enel e delle Fs. Non c’e’ solo la derugalation selvaggia determinata dai decreti Gasparri, ma anche la miopia di molti Comuni e Regioni. La situazione sta peggiorando e in queste settimane di campagna elettorale questi temi rischiano di passare in secondo ordine nella agenda politica”. (ANSA).

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