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INTERNET: UE, CYBER-SHERLOCK HOLMES CONTRO FRODI ONLINE/ANSA

24 Ottobre 2003 Commenta

(ANSA) – BRUXELLES, 24 OTT – Un cyber-detective contro i delitti e le frodi online: lo ha messo a punto il Centro comune di ricerca dell’Ue (Ccr), che con il programma elettronico C*Cat offre alle vittime dei cyber-crimini e alle forze dell’ordine dei Quindici, la possibilita’ di farsi affiancare nelle indagini da un software in grado di raccogliere, e conservare, le prove delle attivita’ illegali perpetrate via computer. Dato che gli strumenti d’indagine classici sono poco adatti a combattere i crimini su Internet, e si dimostrano incapaci di svelare le manovre di un hacker o di snidare i ladri d’identita’ cybernetica, gli scienziati europei sono stati chiamati dalla Commissione Ue a sviluppare nuovi strumenti tecnologici in grado di identificare e conservare le prove ed i passaggi-chiave delle manovre illegali effettuate online. Il risultato e’ il progetto Ctose – acronimo inglese che sta per Strumenti elettronici per la ricerca di prove in linea – che offre per la prima volta alle forze dell’ ordine dell’Ue, ai responsabili della sicurezza delle societa’, ma anche agli avvocati e ai giudici, la collaborazione di un ‘cyber-Sherlock Holmes’ – appunto il software C*Cat – in grado di capire con precisione come avvengono i cyber-crimini e di registrare le prove dell’attivita’ illegale di hacker, pirati, ladri di identita’ e truffatori informatici. Il nuovo sistema ruota intorno alla possibilita’ di raccogliere, conservare ed analizzare correttamente sotto il profilo giuridico le prove elettroniche dei delitti, che possono cosi’ da essere utilizzate per esempio nei processi. C*Cat permette di ricostruire passo dopo passo l’accaduto, simulando i vari passaggi su un interfaccia a disposizione degli utenti, consentendo di individuare e congelare le tracce lasciate dai cyber-criminali. Il sistema dispone anche di un programma di addestramento per prevenire attacchi e frodi online, e garantisce l’accesso ad un ‘consigliere giuridico’ in grado di indicare agli investigatori le necessarie esigenze legali e di illustrare quali prove sono, agli occhi della legge, accettabili, convincenti e ottenute con metodi legali. Uno degli obiettivi del progetto Ctose e’ fare in modo che le forze di polizia dei vari stati membri e i rappresentanti della legge possano far ricorso a procedure armonizzate e comparabili nel corso delle loro inchieste sui casi di incidenti informatici. Secondo Bruxelles, il nuovo metodo garantisce che tutte le prove elettroniche possano rappresentare ”prove chiare e indiscutibili delle frodi o dei delitti perpetrati”, riconosciute dal diritto civile e penale degli Stati membri. ”Dietro gli schermi dei computer, nelle connessioni delle reti e dei servizi di comunicazione – ha osservato il commissario Ue alla ricerca, Philippe Busquin – la cyber-criminalita’ e’ in attesa di buone occasioni per colpire, e questa tecnologia innovativa permettera’ non solo di lottare contro questo fenomeno, ma anche di rassicurare gli utenti in merito alla sicurezza delle operazioni e delle transazioni che compiono ogni giorno tramite il computer”. (ANSA) /RED

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