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Streaming illegale, nuova stretta

25 Giugno 2025 Commenta

Streaming illegale, nuovi strumenti in campo grazie alla collaborazione tra AGCOM e Google.

Il contrasto allo streaming illegale compie un passo decisivo grazie alla collaborazione tra AGCOM e Google, che hanno avviato una sperimentazione congiunta per rendere più rapido ed efficace il blocco dei contenuti pirata. Il test, realizzato il 23 maggio 2025 in occasione delle ultime partite di Serie A, ha mostrato risultati promettenti nella lotta contro la diffusione non autorizzata di eventi sportivi in diretta.

L’iniziativa nasce da un dialogo costruttivo tra l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e il colosso di Mountain View, che ha portato alla creazione di un sistema automatizzato in grado di intervenire in tempo reale. In pratica, AGCOM segnala direttamente a Google i domini e gli indirizzi IP utilizzati per lo streaming illegale, sfruttando la piattaforma Piracy Shield già attiva per la protezione dei diritti d’autore.

Il nuovo sistema consente l’esecuzione immediata degli ordini di blocco, velocizzando sensibilmente i tempi rispetto ai metodi manuali. I dati raccolti testimoniano l’efficacia dell’azione: Piracy Shield ha già generato oltre 55.000 blocchi, di cui più di 44.000 relativi a nomi di dominio completi e quasi 11.000 indirizzi IP coinvolti in attività di streaming illegale.

Questa sperimentazione si inserisce nel solco tracciato dalla Legge antipirateria n. 93 del 2023 e si conforma alle regole europee previste dal Regolamento sui servizi digitali (DSA). L’obiettivo è agire con rapidità, senza sacrificare trasparenza e proporzionalità, elementi fondamentali per garantire il rispetto dei diritti digitali dei cittadini.

AGCOM auspica che anche altri fornitori di servizi, oltre Google, aderiscano a meccanismi simili. Estendere questo modello ad altri operatori della rete, dai DNS alternativi ai provider di cloud, significherebbe costruire una rete di contenimento efficace contro lo streaming illegale.

L’impegno congiunto tra autorità e big tech rappresenta una svolta concreta. Se replicato su scala più ampia, potrebbe ridurre in modo significativo il fenomeno dello streaming illegale, tutelando al contempo l’intero ecosistema dei contenuti digitali.

Scritto da Michele Bellotti

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