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Spiare i messaggi WhatsApp, ora è reato

18 Giugno 2025 Commenta

Privacy digitale, spiare i messaggi WhatsApp è considerato reato. Ecco la storica sentenza della Cassazione.

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha segnato un punto di svolta in tema di tutela della privacy digitale, affermando con chiarezza che spiare i messaggi WhatsApp di un’altra persona, anche all’interno di una relazione affettiva ormai conclusa, rappresenta un reato penale. L’accesso non autorizzato alle conversazioni, anche se finalizzato a raccogliere prove per cause civili come una separazione, configura il delitto di accesso abusivo a sistema informatico, con pene che possono arrivare fino a 10 anni di reclusione.

Il caso in oggetto riguardava un uomo che aveva copiato messaggi e registri di chiamata da due telefoni dell’ex moglie, uno dei quali ancora in suo possesso, l’altro smarrito da tempo. Il materiale era stato trasmesso all’avvocato come prova per ottenere l’addebito della separazione. Tuttavia, la Cassazione ha confermato la condanna già inflitta in appello, ribadendo che spiare i messaggi WhatsApp costituisce una grave violazione della riservatezza.

Secondo i giudici, le piattaforme di messaggistica istantanea, WhatsApp in primis, devono essere considerate a pieno titolo sistemi informatici, in quanto gestiscono dati sensibili e comunicazioni personali. Qualsiasi accesso non autorizzato, anche se temporaneo o parzialmente consentito in passato, è penalmente rilevante. Il semplice fatto di consultare messaggi o file personali senza il consenso attuale del proprietario può bastare per configurare un reato.

La pronuncia sottolinea un principio fondamentale: spiare i messaggi WhatsApp non è mai giustificabile, neppure quando si pensa di avere “buone ragioni”, come la ricerca di prove per una causa giudiziaria. La giurisprudenza italiana, dunque, rafforza ulteriormente il concetto di privacy digitale, mettendo in guardia da comportamenti sempre più diffusi ma altamente rischiosi.

Chiunque pensi di spiare i messaggi WhatsApp di un partner, un amico o un familiare dovrebbe riflettere attentamente: oltre alla violazione etica, si rischia concretamente una condanna penale. La tecnologia evolve, ma anche il diritto si adegua, a tutela della dignità e della libertà personale.

Scritto da Michele Bellotti

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