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Violazione della privacy, multa record per Google

21 Maggio 2025 Commenta

Violazione della privacy, è arrivato l’accordo di Google. Ecco tutti i dettagli sulla vicenda.

Google ha raggiunto un accordo senza precedenti con lo Stato del Texas, accettando di versare 1,375 miliardi di dollari per porre fine a due cause legali che lo accusavano di gravi pratiche scorrette in materia di raccolta dati. Al centro della controversia, avviata nel 2022 dal procuratore generale Ken Paxton, ci sono pesanti accuse di violazione della privacy, con l’azienda di Mountain View accusata di aver tracciato i movimenti e le abitudini degli utenti texani anche quando questi avevano esplicitamente negato il consenso.

Secondo i documenti depositati in tribunale, Google avrebbe monitorato la posizione geografica anche con la cronologia disattivata, intercettato ricerche in modalità Incognito che si presupponeva fossero anonime, e raccolto dati biometrici – come impronte vocali e immagini facciali – tramite strumenti come Google Photos e Google Assistant, senza aver ricevuto un’autorizzazione chiara. Per Paxton, queste azioni rappresentano una violazione della privacy sistematica e deliberata, che ha esposto milioni di cittadini a un controllo digitale nascosto.

L’accordo raggiunto segna un primato: mai prima d’ora uno stato americano aveva ottenuto una cifra così alta da una causa per violazione della privacy contro Google. Basti pensare che, nel 2022, un’azione collettiva multi-statale si era conclusa con un risarcimento totale di 391,5 milioni di dollari, suddivisi tra 40 stati. Il Texas, da solo, ha ottenuto oltre tre volte tanto.

Google ha dichiarato che l’accordo non implica il riconoscimento di alcuna colpa e che le pratiche contestate sono già state modificate. “Stiamo lavorando da anni per migliorare i controlli sulla privacy”, ha affermato un portavoce dell’azienda, sottolineando l’intenzione di chiudere una volta per tutte un capitolo complesso.

Resta il fatto che il caso texano rappresenta un campanello d’allarme su come anche le big tech devono rendere conto delle loro pratiche quando si tratta di violazione della privacy. In un’epoca in cui i dati personali sono sempre più preziosi, la trasparenza e il rispetto delle scelte degli utenti non possono più essere ignorati.

Scritto da Michele Bellotti

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