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Normativa sul fact-checking, la posizione di Google

3 Febbraio 2025 Un commento

Google non intende aderire alla nuova normativa sul fact-checking. Ecco tutti i dettagli.

Google ha recentemente comunicato all’Unione Europea la sua decisione di non adeguarsi alla prossima Normativa sul Fact-checking, una legge che mira a combattere la disinformazione imponendo obblighi stringenti alle piattaforme digitali. La notizia, riportata da Axios, evidenzia come il colosso di Mountain View non integrerà verifiche dei fatti nei suoi risultati di ricerca, nei video di YouTube e nei suoi algoritmi di classificazione.

Questa presa di posizione segna un punto di rottura rispetto alle aspettative della Commissione Europea. Nonostante Google abbia investito in passato nella creazione di un database europeo per il fact-checking, soprattutto in vista delle elezioni parlamentari, l’azienda ritiene che queste misure non siano né appropriate né efficaci per i suoi servizi.

La Normativa sul Fact-checking fa parte di un quadro più ampio: il Codice di Condotta sulla Disinformazione, introdotto nel 2018 come standard volontario, è stato recentemente trasformato in un insieme di regole obbligatorie. Le piattaforme digitali saranno quindi tenute a implementare misure per contrastare la diffusione di fake news, pena sanzioni significative.

In una lettera indirizzata a Renate Nikolay, vicedirettore generale della divisione contenuti e tecnologia della Commissione Europea, Kent Walker, presidente degli affari globali di Google, ha ribadito l’impegno dell’azienda a investire nelle sue attuali tecnologie di moderazione. Tuttavia, Walker ha sottolineato che Google non integrerà strumenti di fact-checking obbligatori, citando come prova del successo del suo approccio l’esperienza maturata durante le recenti elezioni globali.

Google ha inoltre messo in evidenza alcune innovazioni già introdotte, come le note contestuali su YouTube, simili alle Community Notes di X. Questi strumenti, però, rimangono su base volontaria e non rispondono ai requisiti imposti dalla Normativa sul Fact-checking.

Ora la palla passa alla Commissione Europea, che dovrà decidere come gestire la posizione di Google in vista dell’entrata in vigore della normativa. La sfida per il regolatore sarà bilanciare l’esigenza di combattere la disinformazione con le resistenze delle big tech, che temono l’impatto di misure troppo invasive sulla loro operatività e sui modelli di business.

Scritto da Michele Bellotti

Un Commento »

  • Amandacronfavaa said:

    Vediamo fino a che punto possiamo arrivare stasera – https://rb.gy/es66fc?exoppy

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